mercoledì 6 giugno 2012

Amanda Visell – Lowl, tutti in resina e si salvi chi può.

Sento sempre più pressante l' esigenza di commentare un fenomeno evidentissimo di questi tempi e quest' uscita della visell ci sta a puntino. Parlo del fatto che tanti big (ed intendo big sul serio non wannabe e presunti tali) gente che alza il telefono e organizza una serie con kidrobot, si stanno ritirando in ordine sparso verso le rispettive case per autoprodursi piccole tirature di toy solitamente fantastici, solitamente in resina e spesso costosi. Magari qui non trovate tutte le uscite ma cerchiamo un paio di volte l' anno di attivare i neuroni e capire cosa succede nella scena, alla faccia di chi ci vorrebbe una massa di bovini con la visa in mano. La Visell in collaborazione con  Switcheroo s' autoproduce questi gufetti 6” x6” x3”. Ne rimane uno che è quello che ho scelto per la foto, il costo è di 350 dollari e se lo stile della Visell è il vostro, questo toy è a dir poco allettante. Ciò detto, Mad, Kathy Olivas, Brandt Peters, Joe Ledbetter, buff monster e la Visell stessa, manifestano l' esigenza di tornare al DIY. La chiave credo si chiami controllo. Un artista affermato ha l' esigenza pressante di avere prodotti assolutamente confacenti alle proprie aspettative e troppe volte case improvvisate e anche alcuni big, come si dice qui, sgravano di brutto, con uscite indecenti a livello qualitativo e realizzativo. Fare in proprio significa monitorizzare ogni passaggio. Fare in proprio inoltre significa poter decidere cosa far uscire e quando. Troppo spesso i progetti accettati dalle case finiscono alle calende greche mentre gli stessi artisti perdono totalmente il controllo su cosa e quando uscirà: chiedetelo ad un doktor A che ha visto volatilizzarsi un intera serie di mini (i mechtorians 2) i cui prototipi avevano fatto il giro delle fiere di tutta l' america. Pensare poi, ad un espansione infinita della scena, parliamoci chiaro, fa a cazzotti con la realtà che ci circonda (si circonda anche a voi che postate solo stronzate su facciamatrix 24h) che è fosca, non promette una minchia di buono se non fame a blocchi e crisi dappertutto. Io senza potermi sbilanciare, da negoziante vi posso dire che i "grandi successi" spesso fanno i ragni nei depositi, che molte case letteralmente saturano il mercato di monnezza plasticosa, facendo sempre piu spesso fatica a piazzare la propria roba già al livello rivenditori. Lessi su mi pare Jeremyriad un commento sull' SDCC dove più o meno si diceva "fatevi un giro e date un occhiata alle facce distrutte dei produttori nei vari stand a fine giornata. Dietro il luccichio delle grandi esclusive, chi vende cosa e quanto è spesso descritto  da quei semplici sguardi". Autoprodursi significa mettersi in tasca i frutti del proprio lavoro al 100%, non sottomettersi alle logiche della grande distribuizione verso cui puntano in coro sia toy2r che kidrobot e che, a ben vedere, non hanno mai avuto un cazzo a che fare con la nostra amata scena che è sempre stata una nicchia microscopica di realizzazioni semiartigianali. Se piazzo due, tre toy a 300 euro mi sono messo apposto per il mese, mangio e mi pago le spese, molto meglio di ritrovarsi per pagamento tre case di mini che poi mi tocca inventarmi qualche minchiata per farli diventare artist proof e venderli il triplo del vero valore. Questo è quanto, non pensate a questo mondo come immutabile dove si susseguono SDCC e NYCC, dunny 2012 e dunny 2013, le cose sono in realtà in continuo mutamento e l' unica cosa che certamente sopravviverà è l' esigenza di esprimersi per gli artisti ma per il resto......

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